L’export del vino italiano tiene nonostante la crisi. La qualità è qualità, dunque, anche in questo ultimo anno contraddistinto dalla drastica riduzione dei traffici commerciali, dei viaggi di piacere e di lavoro, delle fiere, della chiusura dei ristoranti. A dirlo sono i dati dell’export presentati alla vigilia della Valpolicella Annual Conference 2021, che si tiene ovviamente in modalità digitale il 26 e 27 febbraio.
L’Italia nell’export ha fatto segnare (nei primi 11 mesi a base Istat) un segno negativo minimo, pari al -2,9%, in miglioramento rispetto al -3,4% dei primi 10 mesi dello scorso anno.
I dati fonte dogane elaborati da Nonisma Wine Monitor evidenziano il top buyer Usa in discesa dell’11,1%, la domanda cinese che cala decisamente fino a un -26,7%, la Germania e il Regno Unito che scendono del -4%, il Canada invece solo del -0,9%. L’Italia, grazie anche alla redistribuzione dei canali di vendita e a un’accelerata nella GDO, riduce appunto le perdite e fa meglio della media mondo.
Il team di Miravalle 1926 continua a portare avanti il suo lavoro, anche e soprattutto in questo momento. L’eccellenza italiana è una delle chiavi di volta per il futuro.